- 11 Mag, 2018
- Ghana
Due figli di Yaaba hanno scelto la Libia, affrontando un viaggio lungo e pericoloso guidato da trafficanti senza scrupoli che hanno portato i ragazzi nel deserto del Niger senza equipaggiamento adeguato.
Yaaba è una mamma ghanese che ha visto migrare tre dei suoi nove figlia. “Quando tre dei miei figli hanno deciso di migrare ero molto contenta. Così ho venduto la mia fattoria per pagare il loro viaggio ma, dopo quello che hanno vissuto, preferisco rimangano qui piuttosto che in un altro Paese dove le loro vite potrebbero essere misere e senza nessuna prospettiva”.
Due figli di Yaaba hanno scelto la Libia, affrontando un viaggio lungo e pericoloso guidato da trafficanti senza scrupoli che hanno portato i ragazzi nel deserto del Niger senza equipaggiamento adeguato. “Nella prima telefonata dopo molti giorni di silenzio mi hanno raccontato di tutte le peripezie che avevano dovuto affrontare: per la mancanza d’acqua nel deserto hanno dovuto bere la propria urina”. I due ragazzi, appena giunti in Libia, sono stati arrestati e Yaaba è stata costretta a vendere le sue piantagioni di cacao per poter liberare i figli.
Uno dei due ragazzi decide di tornare a casa ma le violenze e le privazioni patite nelle carceri libiche ne avevano fiaccato irrimediabilmente il fisico. Appena tornato a casa muore. L’altro figlio prova a tenere duro per un anno e mezzo in Libia ma alla fine anche lui si arrende quando capisce che il sogno di un lavoro normale non si realizzerà mai. Il ragazzo rientra in Ghana dalla madre ma anche la sua salute è fortemente provata e si ammala. Torna a casa anche il terzo figlio di Yaaba che era migrato in Nigeria, anche per lui il sogno di un lavoro qualificato svanisce nel giro di qualche mese. “Da quando sono ritornati sono sempre preoccupata per la loro salute” – conclude Yaaba – “Soffro d’ansia, ho apnee notturne e problemi di stomaco. La loro sofferenza ha fatto ammalare anche me”.